Matthew Rosenberg (Secret Warriors) e Guiu Vilanova sono il nuovo team creativo di Punisher incaricato di riprendere la numerazione originale della serie con il numero #218 e di portare una grande novità nella vita di Frank Castle in occasione di Legacy: fargli vestire l’armatura di War Machine, orfana del defunto Rhodey.

 

The Punisher #218, copertina di Clayton CrainRosenberg – Punisher è uno dei miei personaggi preferiti. Avevo un suo poster in camera, da ragazzino che mia mamma detestava. Ho letto le sue storie dacché ho imparato a leggere e credo che Frank Castle sia uno dei più grandi personaggi dell’Universo Marvel, entusiasmante e disturbante, eroico è orripilante. Scrivere un personaggio che mi ha affascinato così tanto, come generazioni intere di lettori, è un onore.

Vilanova – Frank come War Machine. Grandioso, vero? Probabilmente uno degli uomini più pericolosi del mondo, in quell’armatura! Sarà divertentissimo! E, per quanto riguarda l’armatura in sé, sappiate che ho intenzione di tentare di farla apparire più espressiva e dinamica che mai. Ho anche aggiunto certi gadget piuttosto carini che mi divertirò un sacco a disegnare.

Rosenberg – In qualche modo, sarà Frank nella sua versione ideale. Vederlo in questa situazione appare folle, inizialmente, ma se ci pensate bene, com’è che a nessuno era mai venuta prima l’idea? Che Frank voglia l’armatura di War Machine ha perfettamente senso. L’editor Jake Thomas è il primo ad averci pensato e mi ci è voluto un secondo per saltare a bordo.

Amo il personaggio di Rhodey, i suoi ideali. Secondo molti punti di vista, la sua è una visione ottimista delle cose, del ruolo del governo e dell’esercito. Come Cap, è uno degli uomini disposti a spingersi oltre ogni limite per mantenerci al sicuro, liberi. E, ovviamente, ha molte altre qualità. Ma Frank non è lui, nemmeno per sogno.

Frank è la versione da incubo di quegli ideali, è la personificazione della rabbia, del rancore e della voglia di vendetta create dalla nostra società. L’esistenza di Punisher porta a domande poco confortevoli su chi siamo come nazione, su quel che siamo disposti a sopportare, quel che vorremmo accadesse.

Mettere Frank nell’amratura di Rhodey mi sembrava quindi sbagliatissimo all’inizio, quasi blasfemo. Ma poi ho capito che questa non era più una storia di supereroi. Non è la celebrazione del Punitore che raccoglie il manto lasciato da War Machine e diventa un eroe. Si tratta di uno sguardo al pericolo concreto che Rhodey e la sua storia siano spazzate via da Punisher, quando il potere del primo cade nelle mani sbagliate.

 

Rosenberg descrive Castle come un uomo a cui interessa il risultato: è disposto a tutto pur di uccidere i cattivi. Non avrebbe mai rubato l’armatura al suo proprietario, quando era in vita. Lo rispetta, come rispetta il suo lavoro. Ma un’arma inutilizzata non è un’arma, sarebbe uno spreco non metterla a buon uso. Se potesse, Frank brandirebbe il martello di Thor, avrebbe artigli come Wolverine.

 

Rosenberg – Il ruolo di Nick Fury sarà quello di un uomo in un angolo. Ci sono dei guai a cui vuole mettere una toppa, alcuni causati proprio da lui, ed è sempre stato bravo a trovare il giusto attrezzo per il giusto lavoro. C’è un sacco di gente cattiva che va rimossa dalla faccia della Terra e una persona bravissima nel campo. Non un gran giocatore di squadra però. Nick lavora nelle zone più tenebrose dell’Universo Marvel, fa quel che gli eroi non vogliono o possono fare ed è un male necessario. Almeno questo è quel che dice a se stesso. Ma persino per uno come lui ricorrere a Punisher è un azzardo. Ma, come ho detto, non ha molta scelta in questo caso.

Vilanova – Punisher è sempre stato un personaggio piuttosto oscuro e a me è sempre piaciuto il colore nero. Quindi, immagino che io e Frank diventeremo facilmente grandi amici. Inoltre, mi concentro sempre nella creazione di una giusta atmosfera visiva per la storia a cui lavoro e sulle espressioni facciali dei personaggi. Direi che queste due cose sono le mie qualità migliori. Spero che i fan apprezzino.

Rosenberg – Vogliamo esaminare il personaggio di Frank in una situazione nuova. Eccolo qui, con un potere immenso tra le mani: vediamo cosa ci farà e come questo potrà cambiarlo. Come lavorerà assieme a qualcun altro? Alla fine, il Punitore è una risposta semplice a problemi molto complessi. Cercare di farlo diventare uno dei buoni è come cercare di inserire una piramide in un buco rotondo: per quanto tempo puoi prenderla a martellate prima di rompere tutto quanto?

 

 

Fonte: Newsarama