Sono quelle di Flaviano Armentaro le parole che vi riportiamo oggi in questo articolo. Il disegnatore italiano, intervistato da Marvel.com, parla di I am Groot, la serie da lui disegnata con protagonista la versione bebè dell’alieno vegetale che sta per debuttare negli Stati Uniti.

 

I am Groot #1, anteprima 01Quando il mio editor, Darren Shan, mi ha chiesto di lavorare su Groot, non ha menzionato il fatto che sarebbe stato Baby Groot. Avrei dovuto immaginarlo, dato che il secondo film sui Guardiani della Galassia era in arrivo. Quindi, quando l’ho scoperto, ero entusiasta. Quando il personaggio che devi disegnare è piccino e divertente, l’approccio realistico non è la prima scelta, secondo me.

Ho cercato di farlo sembrare come un personaggio delle strisce a fumetti, tipo Calvin & Hobbes di Watterson o i personaggi di Liberty Meadows di Frank Cho. Mi ricordo che Watterson diceva di aver disegnato per molto tempo i piedi di Calvin come piccole fette di pane. Ho preso ispirazione da questo per disegnare Baby Groot come una piccola, adorabile fetta di pane.

La sua statura cambia il modo in cui si comporta. Tutto, attorno a lui è enorme e quindi è spaventato e perduto, ma allo stesso tempo è felice e, in maniera ingenua, interessato a tutto e tutti. Dal punto di vista della regia della pagina, sono sempre complicati i personaggi così piccoli, perché con inquadrature ampie si perdono di vista. Se gli si sta troppo vicini si perde il resto, i personaggi grandi. L’ho presa come una sfida e mi sono divertito a trovare soluzioni.

Il pianeta su cui si trova è il sogno di ogni artista. Niente regole e modelli per l’ambiente, il permesso creare qualunque cosa da zero. Ed è la cosa più divertente. Ovviamente, Chris Hastings aveva un’idea molto precisa di come dovesse essere il pianeta, ma mi ha sfidato a contribuire e a progettare luoghi bizzarri e personaggi anche più grotteschi.

 

Il personaggio più difficile da realizzare? Buddy, la spalla del piccolo Groot in questa storia, per cui ci sono voluti diversi tentativi. Doveva risultare ingenuo come il protagonista, di quel candore che li spinge ad essere eroici in una situazione del genere.

 

Senza Rocket Raccoon a tradurre quel che dice, la scarsa comunicativa di Groot mi ha spinto a enfatizzare i suoi gesti. Il che mi ha divertito molto, perché io vengo dal mondo dell’animazione, che ha al suo nucleo proprio la gestualità e l’espressività dei personaggi. Ho disegnato Groot in modo da rendere più chiare possibili le sue intenzioni e sensazioni. Ovviamente è in forma infantile, il che rende la sua comunicazione molto dolce, quindi ho cercato di realizzarlo il più tenero e carino possibile.

 

Infine, ringraziamenti di Armentaro a Christopher Hastings, lo sceneggiatore della serie, che ha pianificato una storia con moltissimi personaggi in maniera molto chiara, il che ha semplificato il lavoro del disegnatore. Inoltre, c’è stato tanto spazio per le proposte di Flaviano, che dice di sentire I am Groot come il risultato di una vera collaborazione, tra tutti gli appartenenti al team creativo.

 

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Fonte: Marvel