Maggio è lontano, ma non così lontano. Ed è proprio nel mese della piena primavera che finirà l’ultimo ciclo di storie a firma Brian Michael Bendis per i Guardiani della Galassia, lasciando il posto alla nuova testata: All-New Guardians of the Galaxy. Lo sceneggiatore Gerry Duggan e l’artista Aaron Kuder, team creativo della serie, assieme all’editor Jordan D. White, hanno risposto a una serie di domande in merito su Comicbook.com.

 

All-New Guardians of the Galaxy #1, copertina di Aaron Kuder

All-New Guardians of the Galaxy #1, copertina di Aaron Kuder

Duggan – All’inizio del nuovo corso, i Guardiani avranno trovato il modo di tornare nello spazio e saranno tornati nel cosmo, il loro elemento naturale. Con il primo numero, li getteremo nel bel mezzo di una truffa e di una serie di problemi personali che li toccano tutti individualmente.

Aaron ed io abbiamo un’idea molto precisa di come iniziare la nuova serie, e si tratterà di una situazione complessa, macchinosa, destinata a coinvolgere ben presto diversi personaggi cosmici di peso.

Si tratta di una nuova era per lo spazio della Marvel. Ormai da qualche tempo non ci sono Nova Corp e scopriremo che la cosa ha causato diversi problemi, oltre a conoscere i nuovi sceriffi spaziali in carica.

Mentre i Nova vengono ricostituiti, ci saranno un sacco di occasioni per infilare nei guai i nostri protagonisti, il che è un po’ il nostro costante obiettivo. Oltre a giocare con il fatto che questi tizi sono sostanzialmente dei mascalzoni, non i Vendicatori. Il che è sempre divertente.

White – Hanno un gran cuore, ma questo non significa che facciano sempre quel che è giusto.

Kuder – Si potrebbe quasi dire che il cuore è l’unica loro grande forza. Non hanno assolutamente la statura morale di altri supereroi, ma solo la volontà cieca e ignorante di fare quel che è meglio nel momento presente, secondo la situazione.

Duggan – Ci saranno misteri nello spazio, un Groot che non sembra più voler crescere per qualche ragione, un Drax che, per motivi sconosciuti, non è più un distruttore, anche se ne avrebbe la volontà. Il Gran Maestro pare voglia mettersi in competizione con il collezionista per stabilire chi dei due abbia la miglior collezione dello spazio, cosa che creerà non poche grane ai Guardiani. Insomma, c’è molto sotto le stelle.

 

Duggan e colleghi si dicono fortunati di arrivare sulla serie dopo anni e anni di grandi storie e in un periodo in cui è piuttosto semplice annodare le fila con altri personaggi dello spazio. Parte del DNA delle nuove vicende sarà lo stesso dei team creativi precedenti. Duggan, in particolare, è contento di poter giocare con i Nova Corps, dato che da sempre è un fan dei poliziotti spaziali Marvel.

 

Kuder – Per me è fondamentale l’elemento nostalgia di questa serie, ma è importante che esso non appesantisca la storia. Abbiamo un sacco di storie da cui pescare ed è nostra responsabilità trovare un equilibrio tra vecchio e nuovo. Inoltre i Guardiani hanno sì molta storia, ma sono relativamente giovani, il che ci consente di lavorare con una discreta libertà, di manipolarli senza avere l’ansia di incappare in rettifiche e correzioni del loro passato troppo pesanti per il pubblico.

Inoltre, oggi i fumetti cosmici sono apprezzati da tutti. Non è sempre stato così: quando ero ragazzino, li nascondevamo in mezzo a tutti gli altri, perché i titoli veramente fighi erano altrove. Oggi, invece, c’è grande attenzione, qualità e affetto per questo genere. Io li amavo allora e ho la fortuna di trovarmi a disegnare oggi uno dei più importanti, nella loro sostanziale epoca d’oro.

Duggan – Il fumetto spaziale, come lo intendo io è esplorativo, simile al Western. C’è un po’ di genere Western in tutto quel che ho scritto nella mia vita, dopotutto. Sono cresciuto guardando film di cowboy e, per me, l’immagine di un pianeta sconosciuto è associata a quella della frontiera. In questa serie, per noi è fondamentale mantenere il senso della meraviglia, poter sorprendervi con i paesaggi a ogni giro di pagina. Dopotutto, le storie che ci ricordiamo sono quelle che ci mostrano quel che ancora non abbiamo mai visto.

I piani che abbiamo fatto sono decisamente grandi e a lungo termine. Io E Jordan siamo abituati a prenderci il nostro tempo, quando dobbiamo raccontare e ora, grazie al successo raggiunto su Deadpool, abbiamo la libertà di poter progettare le nostre mosse con largo anticipo. Credo che sarà da subito percepibile nella storia. Io sono un fan del Thor di Simonson, ad esempio, che si prese il suo tempo per costruire il personaggio di Surtur. Ecco, quel che sto facendo con Groot è qualcosa di simile.

Kuder – Personalmente, sto cercando di adattare il mio stile alla saga spaziale classica, esercitando una parte del mio immaginario che ha sempre voluto emergere, ma che ha avuto poche occasioni. Gigantesche immagini panoramiche, ad esempio, che non avreste mai immaginato. Mi sto godendo il fatto che non ci sia un limite di budget per gli effetti speciali, nel fumetto, elemento fondamentale, per una storia che avviene nel cosmo.

 

Duggan ha quindi parlato delle ragioni per cui il team si ritroverà nuovamente ridotto ai cinque elementi fondamentali, gli stessi personaggi celebrati al cinema. Meno componenti significa più storia, più concentrazione su di loro, maggior approfondimento e possibilità di differenziare la serie rispetto ad altre.

 

Duggan – Non temete: volti vecchi e nuovi incroceranno la strada dei Guardiani, com’è facile immaginare, anche perché io sono sempre entusiasta di espandere gli orizzonti. Nel secondo arco narrativo, il cast sarà già più ampio e credo di avere piani per potenziali Guardiani che non avete mai visto. Siamo ancora all’inizio del viaggio e molto è ancora a venire.

 

 

Fonte: Comicbook.com