Batman #12, anteprima 01Sulle pagine di Batman #12, uscito lo scorso mercoledì negli Stati Uniti, lo sceneggiatore Tom King, coadiuvato dall’artista Mikel Janin, ha rivelato il vero significato del titolo dell’attuale arco narrativo, I am Suicide, attraverso una sorprendente reinterpretazione di alcuni dei momenti chiave dell’origine del Cavaliere Oscuro.

In una lettera destinata a Selina Kyle (Catwoman) – in procinto di essere trasferita ad Arkham in quanto accusata dell’omicidio di più di duecento persone – Bruce Wayne riflette, con rimpianto, sui traumi da loro condivisi in passato confidando di aver scelto di dedicare la propria vita a combattere il crimine dopo aver tentato il suicidio quando era solo un bambino, a seguito dell’assassinio dei suoi genitori.

Inizialmente il titolo I am Suicide sembrava riferirsi alla decisione del Cavaliere Oscuro di creare la sua personalissima versione della Suicide Squad per invadere Santa Prisca e combattere Bane, ospite del criminale noto come Psico Pirata, ma la task force si è in seguito sgretolata proprio a causa del tradimento da parte di Catwoman.

Nell’ultimo numero di Batman si può leggere un monologo interiore – a tratti nichilista – di Selina Kyle, convinta ormai di non potersi più redimere per i suoi crimini, al contrario di Bruce Wayne, la cui vita è consacrata all’eterna lotta contro il male, alimentata paradossalmente proprio da un’infinita – e forse inconscia – speranza.

Nella suddetta lettera, il protagonista confessa di essere a conoscenza dell’assurdità della sua crociata, qualcosa che i suoi stessi genitori non avrebbero mai e poi mai augurato al proprio figlio: il rampollo di una delle famiglie più ricche del mondo che si veste da pipistrello, dedicando la propria esistenza alla guerra al crimine.

Batman #12, anteprima 02

È a questo punto dell’albo che vengono dati nuovi dettagli sulle origini di Batman: a dieci anni il piccolo Bruce Wayne tentò di uccidersi utilizzando la lama del rasoio di suo padre per tagliarsi le vene. Il protagonista descrive questo momento come un atto di resa in cui non aveva più alcun attaccamento alla vita.

Paradossalmente, fu proprio in quel momento di lucida follia che il giovane Bruce giurò a se stesso di voler invece vivere per combattere il male con tutte le sue forze. È qui che Batman conclude il monologo descrivendo la sua crociata come “la scelta di un ragazzo, la scelta di morire”, dichiarando inoltre: “Io sono Batman, io sono il suicidio”.

La scelta di inserire questo nuovo, sconvolgente dettaglio nella storia pregressa di Bruce Wayne da parte di Tom King è senza dubbio coraggiosa. Resta da capire se Bruce Wayne quel giorno sia “sopravvissuto” davvero, o meno; certo, il personaggio è ovviamente ancora in vita – e non potrebbe essere altrimenti dato che lo vediamo da anni in azione ogni mese su più di una testata DC Comics – ma a questo punto è possibile che Bruce abbia, in senso metaforico, ucciso se stesso per far nascere Batman, rinunciando alla sua vita di normale essere umano per dedicarne ogni attimo a una lotta senza fine.

 

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Fonte: CBR