Grimorio, illustrazione di Isabella MazzantiDopo averlo finanziato questa primavera, a Lucca sono passato a ritirare il mio volume di Grimorio, con la variant cover di Greta Xella e Walter Baiamonte che non è splendida, di più.

Letto il volume, andato sold out durante i cinque giorni di fiera e pronto alla ristampa in vista delle imminenti presentazioni a Roma e Milano (qui la pagina Facebook ufficiale di Grimorio, per saperne di più), mi sono venute in mente alcune domande curiose da fare ad Ariel Vittori, co-creatrice del progetto, assieme a Laura Guglielmo, nonché giovanissima editor del libro delle streghe.

Per chi non lo sapesse, Grimorio è un’antologia che raccoglie storie brevi e illustrazioni di giovani talenti italiani e internazionali, come Giopota, Veronica “Veci” Carratello, Brandon Graham, Isabella Mazzanti, Silvia Vanni, Greta Xella, Julia Sardà, le stesse Ariel e Laura e molti altri. Il libro in questione ha raggiunto il 210% della somma richiesta nella raccolta fondi su Indiegogo, e oggi si presenta come un coloratissimo ed elegante volumetto brossurato di 140 pagine, più o meno, pieno di streghe, maghi, magie e calderoni.

Se ancora non ci siete arrivati, tutto ruota attorno alla stregoneria, rappresentata dai fumettisti con storie brevi, alcune brevissime, e illustrazioni a farne da collante e cornice. Fresco, poetico, sia divertente che crudele, Grimorio mi ha incuriosito sin dal primo annuncio, e queste sono venticinque domande che ho deciso di fare direttamente ad Ariel.

 

Adesso: immaginateci seduti su delle poltrone in pelle, al centro di uno studio da late show, tipo Jimmy Fallon, con la gente che ride, con un tipo-Paul Shaffer che suona i jingle, e con Davide Tessera di BadComics.it che ci porta una tazza con del caffè caldo, corretto a grappa [Ok, forse ne ho messa troppa – NdDT].

Ecco, immaginateci così. Ora passiamo alle domande.

 

Come hai conosciuto Laura Guglielmo?

Alla BCBF (la Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna), anno 2014. Mi ha incantata con una storia di fantasmi vittoriani, sulle panchine di pietra tra i famosi padiglioni degli editori. E così, anche se ci conoscevamo appena, quando ho avuto bisogno di una scrittrice seria, ho pensato a lei.

Il grimorio è un libro di magia che contiene cose come istruzioni per creare incantesimi o pozioni magiche, evocare cose strane, coordinate astrologiche, che non si sa mai, e molto altro. Fin qui ci siamo?

Assolutamente. Una definizione che esprime bene il miscuglio presente nel nostro Grimorio.

Okay, quindi, avete prima deciso di fare un fumetto sulle streghe e poi scelto il nome Grimorio, o siete partite dal nome Grimorio e ci avete costruito delle storie attorno? È un nome piuttosto azzeccato e d’effetto, brave! A chi è venuta l’idea?

La prima che hai detto – il nome è uscito da Laura, se non sbaglio, in un’intensa sessione di brainstorming su Skype. Tutto è partito proprio da questa storia con una strega che avevamo ideato assieme, e ci siamo accorte che molti altri amici o artisti che ammiriamo spesso hanno progetti che contemplano streghe, o disegnano streghe, ed ecco qui.

Perché un’antologia sulle streghe invece di, che ne so, un’antologia sui nani da giardino, o sugli anziani che commentano i lavori nei cantieri?

Le streghe attraggono molti più artisti che si trovano a scommettere su un progetto indipendente e a investirci tempo ed energie. Riserviamo comunque ampio spazio agli anziani – ma più quelli col cappello, che vanno a quaranta all’ora sulla tangenziale – durante le nostre live, nell’Ora del Piccione. Non posso spiegarvela, è una cosa che va vista.

Com’è andata questa Lucca? Il vostro stand era sempre affollato!

Dobbiamo dire che è andata proprio benissimo. Sold out all’ultimo giorno, il che vuol dire calcoli ben riusciti (avendo entrambe una fetish per l’organizzazione, questo ci ha reso molto felici) e ristampa imminente per le presentazioni di Milano e poi Roma.

Speriamo solo di replicare alla prossima Lucca, con nuove creaturine di carta che accompagneranno il nostro primogenito.

Tra Harry Potter, Sabrina Spellman e le sorelle Halliwell, chi scegli?

Harry Potter tutta la vita. Ma per rendere lo scontro più equo direi, piuttosto, Luna Lovegood.

Hai mai mangiato un rospo?

No, solo delle rane, e mi sono sentita molto in colpa.

Hai mai baciato un rospo?

Purtroppo sì, senza illusione che fosse un principe.

Strega Disney preferita?

Yzma vale? Lei.

Di tutte le storie del volume, qual è la tua preferita? Non vale rispondere “tutte”.

Sarò una schifosa e dirò: la mia. Perché è quella che ha dato il via a tutto ed è l’unico lavoro di cui finora sono creativamente soddisfatta al 100%, anche mesi dopo.

Qual è stato l’aspetto più difficile nel rendere concreto Grimorio?

Gestire gli artisti.

I tuoi tre fumetti preferiti?

In quest’ordine: Sandman, Love & Rockets, La Saga di Paperon de’ Paperoni.

Vivi in una casa di marzapane?

No, ma ho un cassetto foderato di pasta di mandorle dalla Sicilia.

Marca di mele rosse (avvelenate e non) preferita?

In verità io sono per le pere, tutta la vita.

I toni del volume passano da un pop acceso e coloratissimo ad atmosfere più cupe e malinconiche. Gli autori sono stati tutti liberi di esprimersi a loro piacimento o li avete guidati in qualche modo?

Abbiamo ascoltato le loro idee e spesso li abbiamo direzionati, nella rosa di scelte, verso quella che ritenevamo più adatta al volume e anche alla loro voce. In generale abbiamo lasciato moltissima libertà.

In cosa consiste il tuo lavoro di editor, in Grimorio?

Parlerò al singolare, ma è tutto declinabile al plurale perché ci siamo scambiate mansioni in continuazione, io e Laura: ho fatto da AD dove necessario, dando indicazioni precise e chiedendo modifiche, ho ridimensionato e aggiunto abbondanze dimenticate, corretto testi, fatto da cheerleader (e a volte da coach violento) agli artisti, sistemato lettering. E questo senza contare tutto il lavoro di amministrazione e altre cose che non mi stanno venendo in mente.

Avendo avuto un budget illimitato, quale fumettista ti sarebbe piaciuto contattare?

Emily Carroll su tutti, ma anche Enrique Fernandez.

Con Grimorio, tu e Laura vi siete fatte dei nemici? Di solito succede quando una cosa funziona e va bene e nascono gli haters, persone che hanno fallito dove voi siete riuscite e che nella mia testa hanno le stesse origini dei nemici di Batman: cadono in una cisterna d’acido, o qualcosa del genere, e cominciano a rosicare.

PER ORA, non che io sappia. Comincerò a guardarmi alle spalle.

Hai mai partecipato a una seduta spiritica? È vera la cosa del vento gelido che attraversa la stanza?

Solo da adolescente, in campeggio. Ma era fuori, sotto un’antica quercia, quindi il vento era molto una costante.

Quando guardi un film horror ti copri gli occhi con le mani, lasciando solo una fessura per vedere quando è tutto tranquillo? No, perché io lo faccio sempre.

Non vedo film horror. Mi fanno troppa paura!

Se tu fossi una professoressa a Hogwarts che disciplina insegneresti? Io sarei un allenatore di Quidditch, credo.

Forse farei dei workshop stagionali per gli elfi domestici nelle cucine, per insegnargli nuove combinazioni e sapori. Una delle richieste più felicemente approvate dalla Preside McGranitt dopo i movimenti sindacali del C.R.E.P.A.

Come proseguirà l’avventura di Grimorio, adesso?

Dovrà viaggiare: a Milano il 19 novembre, poi a Roma il 3 dicembre con la sua prima mostra di originali e stampe… e ancora in giro, si spera, con Cartoomics, ARF! e chissà altro.

Cos’è Attaccapanni Press?

Attaccapanni Press è l’etichetta contenitore di tutti quei progetti miei e di Laura che vorremo metterci dentro. Principalmente antologici, ma Laura sta anche serializzando il suo Crescent (serie su una guerra civile tra maghi) sotto lo stesso marchio, quindi chissà.

Grimorio è il primo passo, il primo figlio. Nella live e a Lucca il nome del secondogenito è stato ormai svelato: Melagrana. Lasciamo ancora un po’ il tema nel mistero.

Perché Attaccapanni Press? Il nome, dico. È la prima cosa che vi è venuta in mente guardandovi attorno?

Perché io e Laura siamo la struttura, l’Attaccapanni, con un aspetto sempre diverso a seconda dell’”evento” in corso: per un metaforico tè delle 5, sarà ricoperto di giacche pastello e foulard. Per una serata più hardcore, di giubbotti da motociclista. E per un sabba, di mantelli e cappelli a punta.

E poi quando ne abbiamo parlato, stavo costruendo con grande fatica un attaccapanni, non riuscivo a pensare ad altro, e lei mi ha dato corda.

A chi ti dice che le raccolte fondi non sono poi questa gran figata, cosa rispondi?

Che magari non sono la cosa giusta per loro, ci sta. Alla fine, come dice il saggio, non è bello ciò che è bello, ma che bello che bello che bello.

 

Ringrazio e abbraccio Ariel Vittori, scusandomi per (alcune) domande idiote e salutandola come la saluterebbe Jesse Pinkman se fosse uno stregone: “Yo, witch!”

Okay, vi concedo un facepalm. Ma uno solo.

Grimorio, tavola di Silvia Vanni

 

GOMITATA ATOMICA VOLANTE: