L’artista ha recentemente discusso con Newsarama dei suoi prossimi impegni, partendo proprio dal lancio di Super Sons e da cosa significa per lui disegnare Superman.
Al momento, ho felicemente concluso il mio lavoro sul primo Superman Annual dell’era Rinascita. A quattro anni vidi il film di Superman, e ricordo ancora i brividi avvertiti quando il tema musicale cominciò a risuonare, sapendo bene che Superman sarebbe spuntato da un momento all’altro per salvare tutti. Ero completamente sincronizzato con il personaggio.
Molti, quando pensano a Superman, guardano al fatto che voli o alla sua superforza. La verità è che, da sempre, ciò che mi più affascina del personaggio è la sua integrità: fa sempre la cosa giusta e, soprattutto, pensa che ci sia una soluzione a prescindere dalla gravità della situazione in cui si trova.
Superman è sempre stato un simbolo di speranza. Quindi per me, come per tanti altri miei colleghi, rappresenta un modo per realizzare i propri sogni d’infanzia. Ho lavorato duro, ma sono stato abbastanza fortunato da arrivare, un passo dopo l’altro, dove sono ora. Come ciliegina sulla torta, la DC mi ha dato l’opportunità di realizzare il design di Jonathan. È stato incredibile e oggi posso dire di essere nel momento migliore della mia vita professionale.
Non dovrei fornire alcun dettaglio su Super Sons, ma – come già saprete – lo sceneggiatore è Peter Tomasi, che, devo dirlo, è qualcuno con cui mi trovo alla grande. Ci capiamo al volo e ama che gli vengano dati suggerimenti, che si discuta di ogni aspetto dell’opera. È uno dei motivi per cui sono tanto felice oggi e sto disegnando le cose migliori fatte finora.
Ricordo bene di aver sentito il peso di un’enorme responsabilità sulle spalle: realizzare il design del figlio di Superman, il nuovo Superboy dell’era Rinascita era qualcosa del tipo “Oh mio dio! Devo fare qualcosa di davvero figo!” Ho iniziato provando alcuni design più classici, una sorta di mini-omaggio al Superman classico, ma alla DC volevano sperimentare qualcosa di più casual, e con i design successivi sono andato verso quella direzione
Abbiamo cercato di fare un Superboy che fosse incompleto, non ancora del tutto “super”, quindi si è rivelato ragionevole pensare che in quanto super solo per metà, anche il suo abbigliamento dovesse esserlo. Quindi, abbiamo giocato con quello che è il vestiario più popolare tra i teenager di oggi. Per esempio i jeans strappati all’altezza del ginocchio sono davvero popolari al giorno d’oggi, perlomeno in Spagna, e credo che diano maggiore mobilità al personaggio quando lo disegno.
Ho inoltre imitato il design di una marca di scarpe molto famosa. Devo dire che mi è piaciuto basarmi su quello che io stesso indosso, così da essere in grado di aggiungere qualcosa di me al personaggio. Il mantello più corto gli dà un look più giovanile, e per quanto concerne la felpa con la zip, l’ho fatta pensando che così avrebbero potuto crearne una replica. Credo davvero che questo tipo di estetica possa creare una connessione con i lettori più giovani. Forse per qualcuno non avrà senso, ma ho fatto del mio meglio e spero che possa piacere.
Infine, Jimenez ha confessato chi sono gli artisti di riferimento per lui:
Potrei fare una lista infinita, perché amo studiare i lavori di altri artisti, ma ce ne sono alcuni ai quali sento di dovere tantissimo, soprattutto Akira Toriyama o Masashi Kishimoto, a causa delle mie radici manga. Per quanto riguarda quelli con uno stile più americano: Greg Capullo, Jim Lee, Stuart Immonen, Olivier Coipel e Frank Quitely.
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Fonte: Newsarama
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