Ci sono diversi motivi per amare J. Michael Straczynski, tra cui uno dei migliori lunghi cicli moderni delle storie di Spider-Man – terminato con la controversa Soltanto un altro giorno per scelta della Marvel – e il rilancio deciso di un personaggio ai tempi stagnante, ovvero Thor, che di fatto è responsabile del successo che il Dio del Tuono ha riscosso e ancora riscuote presso il pubblico fino ad oggi. Questi sono i motivi di chi vi scrive, ma per altri sarebbero altrettanto valide le menzioni di Superman: Terra Uno, Midnight Nation o Rising Stars. Fatichiamo a credere che ci siano fan del suo Strange: Principio e Fine, ma si tratta di dettagli.

Nell’articolo di cui vi proponiamo qui di seguito la traduzione, ci sono invece tutti i motivi per cui questo autore, sempre impegnato anche nella televisione (Sense8) ed il cinema (Word War Z), ha deciso di lasciare il mondo del fumetto dopo diversi anni di carriera in cui, probabilmente, i suoi stimoli erano molto pochi, in modo decisamente interpretabile anche solo leggendo i suoi ultimi lavori.

 

J. M. Straczynski

J. M. Straczynski

Ho cambiato carriera già molte volte in passato, passando da reporter per la radio a corrispondente, poi giornalista, quindi scrittore. Ho scritto serie animate, serie televisive e poi mi sono dedicato ai fumetti. Lungo la strada ho iniziato ad accorgermi di un fatto strano: negli ultimi anni mi capita spesso di cadere quando cammino e i miei occhi si stancano facilmente. Mi hanno diagnosticato la Distrofia Corneale di Fuchs, un disturbo genetico che uccide le cellule della cornea che annebbia la vista, creando una patina sugli occhi.

Non mi ero mai accorto di quanto fosse grave, perché il processo degenerativo è lento e progressivo. Non avendo modo di fare paragoni con una visione normale, semplicemente accettavo quel che vedevo come tale, accusando la fatica o lo sforzo oculare. Date le gravi complicazioni che accompagnano un trapianto completo di cornea, ho deciso di aspettare.

 

Insomma, ecco spiegati i ritardi, la diminuzione del suo lavoro, la sporadicità delle sue apparizioni. Per anni, JMS ha convissuto con questo problema davvero molto grave.

 

Se un tempo non avevo problemi a scrivere quattro albi al mese, in aggiunta a tutto il resto dei miei impegni, ora faccio fatica persino a terminarne uno, a volte non ci riesco nemmeno. Ogni volta che pensavo di farcela, scoprivo di non riuscire a tenere il passo. Alcuni di coloro che seguivano le mie storie hanno pensato che fosse pigrizia o noia per il settore, ma la verità è che faticavo a vedere lo schermo del computer.

 

Poi la scoperta di una rivoluzionaria tecnica di trapianto corneale chiamata DMEK, in grado di rimpiazzare solo e soltanto quella piccola parte di cornea che la Distrofia di Fuchs colpisce. Una tecnica talmente nuova che tutti coloro che sono inseriti nel programma sperimentale vengono monitorati per ragioni scientifiche. JMS ora vede con circa otto decimi da entrambi gli occhi ed è tornato a leggere e a vedere in maniera normale.

 

Avevo in programma nuovi progetti, ma poi ho deciso di dedicarmi di più alla famiglia e di concentrarmi su nuovi terreni: voglio scrivere per il teatro e forse un romanzo. Ho capito che la mia carriera nei comics era terminata, proprio come lo capii con il giornalismo. Non ho rimpianti, non ho rancori. Solo che questo percorso è finito. Ecco perché ho disdetto i miei impegni per i prossimi mesi e ho iniziato a impacchettare tutto quel che riguarda la Joe’s Comics, terminando le storie di Sidekick e Dream Police.

Da ora in poi, quindi, il tempo che passavo a scrivere fumetti che certi editori non vedevano l’ora di pubblicare, lo impiegherò a scrivere copioni e romanzi che forse non vorrà nessuno. Riparto da zero, assolutamente da zero.

 

In bocca al lupo a lui, per la sua salute e per i suoi progetti. Se vedremo un romanzo con il suo nome in copertina, saremo incuriositi di certo, come sempre lo siamo stati con i suoi fumetti.

 

 

Fonte: Newsarama