La terza stagione di Agents of SHIELD giunge all’epilogo con due episodi che portano allo scontro finale con Hive. Ma in Absolution comincia anche una tortura psicologica da parte degli sceneggiatori nei confronti dei fan…

 

Siamo gli unici sopravvissuti.

 

L’incipit dell’episodio gioca con lo spettatore, mostrando Daisy e Coulson su Maveth, come ultimi terrestri superstiti. Si tratta di un’immagine forte, che potrebbe anticipare uno status quo sconvolgente, anche troppo.

Ma così non sarà, rivelandosi soltanto come un sogno della protagonista, uno stratagemma abusato quanto scorretto da parte degli autori, considerando quanto le visioni premonitrici sono state importanti in questa fase della serie.

 

Non è mica una zampa di coniglio, è un simbolo di fede. Chi restituirebbe un regalo del genere?

 

La visione della croce fluttuante nello spazio da mesi preannuncia la morte di un membro della squadra. Gli sceneggiatori decidono di concentrare le loro attenzioni su questo oggetto, facendolo passare sadicamente tra le mani di molti membri dello S.H.I.E.L.D., così che lo spettatore tema per la sopravvivenza di ognuno di loro.

Un meccanismo narrativo ben congegnato, anche se portato allo stremo in modo forse troppo sadico.