Si è tenuto ieri mattina a Lucca Comics lo showcase di Leo Ortolani, in occasione del 20° anniversario della serie autoprodotta di Rat-Man, presentato per la prima volta proprio nella manifestazione toscana.
L’autore ha divertito il pubblico raccontando alcuni dei suoi progetti futuri e rispondendo alle domande dei fan.
Ecco il resoconto dell’incontro:

Leo Ortolani: Nel novembre di 20 anni fa mi trovavo qui a Lucca Comics con un albetto intitolato Rat-Man contro il Ragno, e ora mi trovo qui a firmare delle edizioni variant. Mi scuso con chi mi abbia seguito dal ’95, giuro che sto chiudendo, ma è difficile perché le trame sono tante.
Non ho un numero finale da darvi con precisione… Posso dirvi che ho finito di scrivere la storia di gennaio, avevo trovato un conclusione che funzionava, ma io non sono uno che si accontenta; ci ho ripensato e mi è venuta in mente una scena finale che fa scoppiare la testa, ho dovuto modificare le ultime 2-3 pagine per inserirla, solo che questa cambia tutto ciò che verrà dopo di lei.
Sapere di non sapere cosa succederà per un autore è la molla più bella, perché ti viene voglia di sapere come proseguirà la storia. Dopo questa quadrilogia mi ero detto che avrei fatto qualche storia interlocutoria – ad esempio un 50 sfumature di giallo che avrebbe fatto tanto ridere – ma non lo farò, ho veramente voglia di vedere come va a finire.

1000 volti di Rat-ManDopo di che farò l’Autore con la A maiuscola, quelli che se la tirano, potrò chiedere un organista che mi accompagna mentre parlo alle fiere del fumetto, potrò fare il/lo/la graphic novel… insomma, i libri a fumetti, appena trovo il cartoncino giusto per la copertina, magari vinco anche il Premio Strega.
O in alternativa mi accontento anche del Premio Gongolo.
Sarà un periodo tristissimo, lo paragono a quando Sylvester Stallone faceva film come Driven, robe che ho visto solo io.
Cercherò un’altra strada, il sgreto di non affossarsi è di essere un attimo più avanti, vedere qualcosa di più, trovare strade narrative diverse. Sono convinto di questo perché ho diversi progetti, ma tanto nessuno vedrà la luce perché il primo che farò non avrà successo per cui molto umilmente tornerò a fare Rat-Man.

In fiera c’è la prima statuina della serie I 1000 volti di Rat-Man; non lo dico per fare pubblicità, ma perché io ho fatto fumetti per 20 anni sperando di arrivare a questo momento. Io sono cresciuto giocando coi soldatini Atlantic, te ne vendevano una scatola a 150 lire (vi sto parlando del pre-cambriano), mi ricordo le statuine di Capitan Harlock.
È davvero emozionante vedere concretizzarsi qualcosa che tu hai creato con la mente.
Poi dopo questa serie ne faremo un’altra su Jessica Lovebol.
In scala 1:1.
Morbida.

Il pubblico ha poi cominciato a fare domande:

Se ripenso ai tuoi ultimi albi, i personaggi malvagi compaiono più spesso e sono sempre più interessanti. C’è forse una predilezione nel raccontare i personaggi cattivi, ti affascinano?

Ortolani: Bè, sì, c’è una predisposizione, anche perché io non sono una persona buona.

Hai un cattivo dei fumetti che preferisci?

Bè, sono cresciuto col Dottor Destino, è l’immagine della grandiosità della cattiveria. Anche Darth Vader, se non è ispirato da Destino, non saprei da chi.
Poi sono un fan di Garth Ennis, e chi lo conosce sa che ha fatto cicli di storie belli pesanti, e ha una capacità narrativa di shockarti che mi ha sempre colpito. Lui, Brubaker… io vorrei fare qualcosa non più di comico in futuro, ma di serio, e mi piacerebbe coinvolgere il lato oscuro.
C’è anche il progetto di fare una serie sulla Prima Squadra Segreta, con i cattivi che c’erano all’epoca, Boda… Purtroppo la bontà non fa notizia, quindi se vuoi mettere il sale a una pietanza devi mettere la cattiveria.

A tal proposito, posso fare la pubblicità a un film? Lo chiamavano Jeeg, (presentato a Lucca Comics nella giornata di venerdì, in uscita nelle sale italiane a fine febbraio) unisce Gomorra con Cronichle, è ambientato in un contesto di bassa criminalità romana, con questo tipo che acquista poteri straordinari… Ha dimostrato che anche per noi italiani è possibile fare un bel film di supereroi.

Peanuts OrtolaniSe potessi tornare indietro nel tempo di 20 anni, e parlare al Leo Ortolani che 20 anni fa stava dietro un banchetto a Lucca Comics con il suo primo albo autoprodotto, che suggerimento gli daresti, alla luce di tutto ciò che è successo dopo?

Ortolani: “Ma guarda che quando sei uscito con quella rossa, ci stava! Se si era messa in ghingheri, qualcosa avrà voluto dire…”

Ti affascinano i cattivi, però Rat-Man hai dovuto renderlo buffo. Comunque nasconde un aspetto meschino, egoista, come una sorta di Fantozzi; combatte anche con se stesso oltre che con gli altri. L’hai fatto per renderlo più interessante?

Ortolani: L’ho fatto per renderlo più realistico, perché in fondo lo siamo un po’ tutti. Sogniamo di essere persone che in fondo non siamo, e in certe situazioni ci tiriamo indietro sapendo che è un gesto di vigliaccheria.
Altre volte però ti viene quel gesto di “quasi eroismo”, quando proprio non puoi stare fermo di fronte a qualcosa.