Definisce il proprio stile “minimalista e anche qualcosa meno”, Davide La Rosa, all’inizio della presentazione del suo nuovo volume: Ugo Foscolo Indagatore dell’Incubo, edito da saldaPress e già acquistabile qui in fiera. Ecco cos’ha dichiarato l’autore comasco, paladino del fumetto disegnato male, nella prima giornata di Lucca Comics 2015.

 

Ugo Foscolo Indagatore dell'IncuboNon avrei mai scelto Alessandro Manzoni, perché la rivalità comasca e lecchese mi impedisce di parlare di lui che ha ambientato i Promessi Sposi sul ramo sbagliato del Lago. Foscolo poi era spesso ospite di una nobildonna comasca e ha scritto un piccolo componimento sulla città di Como.

L’idea di questa parodia è nata dal fatto che Ugo Foscolo è sempre stato uno dei miei letterati preferiti per la lucidità delle cose che dice nei suoi scritti. Si presta molto al genere horror soprattutto per I Sepolcri, la sua poesia più importante, che parla proprio dell’importanza delle sepolture.

Ugo Foscolo Indagatore dell’Incubo fa parte di una serie di libri del La Rosa Universe, come lo ha definito ironicamente il mio autore, su scrittori di quel periodo. Sono in arrivo Parini Naufrago nello Spazio eLeopardi e Ranieri True Detective. Saranno tutti collegati fra loro, perché realizzando Ugo Foscolo ho deciso di inserire elementi di altre storie. Saranno in parallelo, connesse da un denominatore comune: oscuri malvagi che tramano nell’ombra mentre loro vivono le proprie avventure.

L’idea di una trileogia non è nata immediatamente. Quando scrivo una storia improvviso molto tenendo inizio e fine come punti fermi. Ugo Foscolo è stato il primo, gli altri li ho scelti sempre perché suonavano bene nei titoli. Non so quanto tempo ci metterò a finirla. Penso che uscirà un volume a Napoli, un altro a Lucca 2016, ma non garantisco. Alla fine dovrebbe esserci il quarto libro, se me lo fanno fare.

Ugo Foscolo si confronterà con dei mostri veri e propri. Ad esempio, un malvagio vegano senza nome ha creato un Mostro di Frankenstein costituito di salumi per uccidere i carnivori. Ma la storia di base è sulle Ultime Lettere di Jacopo Ortis: Teresa, la protagonista femminile chiederà a Ugo di indagare sulla morte di Jacopo.

Come faccio quasi sempre, mescolerò al tema principale, elementi della cultura popolare, parodie di tormentoni social, della politica contemporanea. C’è una banshee tra i mostri del volumetto, uno spirito celtico irlandese che mi ha sempte affascinato, ma siccome la vicenda si svolge sui Colli Euganei, ho pensato che potesse essere padana e leghista, quindi il suo grido lancinante è una serie di slogan alla Salvini.

Ci sono molti zombi in questo libro, come già in altri miei lavori. Il fatto è che ci stanno sempre bene, un po’ come i ninja. Anche un palombaro zombi è sensato, se ci pensi, e ti dà occasione di fare lo stupido.

Di Ugo Foscolo Indagatore dell’Incubo ssiste un’edizione speciale denominata Occhiali Blu  che SaldaPress ha stampato in cento copie, dal formato enorme. Dentro questa edizione Deluxe trovate un gadget misterioso e la stessa storia della versione normale ma con Ugo Foscolo che indossa un paio di occhiali blu. Inoltre ci sono sei pagine in più. L’idea è stata dell’editore.

La moderatrice, la nostra Giulia Prodiguerra, ha quindi fatto qualche domanda sulla recente polemica, che alcuni potrebbero aver intercettato, sullo stile minimalista di Davide e di altri autori come Sio e Dottor Pira. Davvero se una storia non è realizzata con uno stile dettagliato e classico va considerata di serie b?

Il fumetto non è un’arte legata solo al disegno e all’immagine, ma al rapporto che essi hanno con i testi. Devono essere funzionali l’uno all’altro. Sio e Dottor Pira mi piacciono parecchio. Le stesse storie che realizzano e sono efficaci, disegnate da artisti anche bravissimi con stile realistico non funzionano più. L’unica cosa che conta è che funzionino. La polemica è sul nulla, secondo me. Il fumetto non è anatomia, ma funzionalità e sintesi.

Per quanto riguarda il mio stile di scrittura, posso dirvi che quando sceneggio per qualcun altro, se mi viene in mente una scena posso pensare in tre dimensioni, perché so che dall’altra parte c’è è in grado di realizzare qualunque cosa mi passi per la testa. Invece quando disegno da me le storie, devo adattare quel che vorrei mettere in scena alle mie capacità, che è inesistente.

Ultima considerazione sulle storie e gli autori che lo ispirano.

Quali ispirazioni? La passione per il fumetto è arrivata da Dylan Dog, che ha scatenato la passione vera pqr questo linguaggio e le domande su quel che davvero può diventare, sulle sue potenzialità.