Si è tenuto giovedì a Lucca Comics 2015 lo showcase di Casty ed Enrico Faccini, nel quale i due autori hanno parlato del loro approccio al fumetto e del processo di creazione di Topolino e il rampiro di Transvitania, la loro collaborazione più recente pubblicata su Topolino 3127.
Questo è il resoconto dell’incontro:

Come ti è venuta l’idea alla base di Topolino e il rampiro di Transvitania?

Casty: L’idea è abbastanza comune, non è la prima volta che un personaggio finisce in un mondo virtuale. Ogni volta che scrivi una storia però devi cercare di caratterizzarla e renderla differente dalle altre; per farlo ho sfruttato una leggenda nota, come quella dei vampiri, completamente distante dall’universo dei computer e del web. L’idea è stata quella di unire la tecnologia e la magia, in questo espediente risiede l’originalità.
Appena ho finito di scrivere la storia ho pensato chi l’avrebbe potuta disegnare e subito mi è venuto in mente Enrico, con cui avevo già realizzato diverse storie tenebrose ma in qualche modo legate al mondo reale.

Come mai in questo caso hai deciso di essere solo sceneggiatore e non autore unico?

Casty: Io scrivo la storia ma non so a chi verrà poi assegnata, ma posso fare una proposta alla redazione. Non l’ho fatta interamente io perché la vedevo proprio disegnata da Enrico, ha questo tratto lineare privo di elementi gotici, ma quasi stralunato; questo non è il vero Dracula, che invece ha rifatto benissimo Celoni qualche anno fa. Questa è una storia divertente, servivano disegni cartooneschi per alleggerire quella che come ha fatto benissimo Celoni. Questa è una storia divertente, che alleggerisce con disegni cartooneschi la storia di un assassino seriale.

Faccini: Io sarei più perfido nei disegni, quando sento un soggetto con elementi conturbanti sono felice, mi tornano alla mente alcune storie di Gottfredson come Topolino contro Topolino e Topolino e la banda della morte, che erano pubblicate sui quotidiani e quindi erano rivolte anche a un pubblico adulto, con riferimenti alla condizione sociale.
Casty tende ad addolcire le cose, lui definisce il mio stile “cartoonesco”, io lo definisco “classico”: è un disegno che serve per la recitazione dei personaggi, funzionale alla storia, un approccio la cui efficacia è dimostrata dalle storie anni ’50 di Gottfredson, considerate moderne ancora oggi.
Per fare un esempio della mia perfidia posso citare una scena di Topolino contro Topolino, dove il Topolino cattivo rapisce Pluto e lo tiene chiuso in uno sgabuzzino; quando Topolino ritrova Pluto, il cane lui è quasi raggelato dal terrore, e se io potessi disegnare a brigljjPluto quasi raggelato dal terrore, se io avessi la briglia sciolta… Però giustamente la redazione fa il suo lavoro, perché abbiamo comunque un target di riferimento che coinvolge anche i bambini.

Casty: Già. Inoltre i tempi sono cambiati, c’è più libertà ma parallelamente ci sono anche più elementi che offendono le persone.

Quanto vi influenzate a vicenda?

Faccini: Io sono bravo a tirare fuori delle idee strane e surreali, però sono meno bravo a imbastire il plot, che è un lavoro più da orologiaio. Per quella che è poi diventata la storia Topolino e il Dottor Tick-Tock, gli ho mandato il soggetto, lui ha tolto alcuni elementi, ne ha aggiunti altri, e ha realizzato la sceneggiatura finale.

Quanto il cinema influenza i lettori, quello che leggono, quello che cercano nelle storie?

Faccini: Bè, è una domanda a cui è difficile rispondere, sono media che si cannibalizzano a vicenda.

Casty: È sufficiente pensare che negli anni ’70 siamo cresciuti tutti coi robot come Goldrake e nel frattempo Scarpa scriveva storie sui paperoidi. Il fumetto è un mercato, quindi va dietro ai prodotti di successo, ma il processo è bi-direzionale, com’è evidente da fenomeni come The Walking Dead o i film di supereroi che ormai sono regolarmente tra i maggiori incassi dell’annata cinematografica.

Parlando di cinema, per caso l’idea della storia è stata ispirata anche da Hotel Transylvania, cercando di cavalcare l’uscita del sequel?

Casty: No, in realtà ho visto solo il primo film, ma non ci ho pensato mentre scrivevo la sceneggiatura, pur utilizzando personaggi che sono ormai nell’immaginario collettivo e compaiono in numerosi prodotti d’intrattenimento. Per il fumetto sono partito principalmente da Ralph Spaccattutto, considerando però che storie simili sono già state fatte ventimila volte, quindi il rischio di fare l’ennesimo Tron o Pixels è alto; per fare qualcosa di diverso ho dovuto caratterizzarla con i vampiri, inserendo situazioni inedite e unendo due generi che sembrano incompatibili tra loro.

Enrico, ormai i lettori ti identificano con Paperoga, sembra quasi che ci assomigli, oltre a sfruttarlo in abbondanza nelle tue storie…

Faccini: Io sono portato per le gag surreali, o la comicità slapstick tipo torte in faccia. Topolino non è adatto a queste situazioni, lui è un attore brillante, come Cary Grant o Harrison Ford; invece Paperino e Paperoga sono più adatti, sono come Stanlio e Ollio. Un comico è una persona inferiore alla media, talmente goffo che il pubblico pensa “questo è peggio di me”, cosa che Topolino non può essere, lui non è un pagliaccio.

Casty: Già, Topolino ha bisogno di un copione per dare il meglio di sé, a Paperino e Paperoga basta essere loro stessi.
Inoltre, penso una cosa: una storia che funziona, bene o male, sono in grado di scriverla in tanti, è sufficiente prendere un buono, un cattivo… Ma il bello è quando trovi storie con qualcosa che non riesci a capire da dove venga e come sia nato, elementi surreali dai quali traspare il genio di un autore.

Preferite disegnare in cartaceo o in digitale?

Faccini: Io disegno solamente in cartaceo.

Casty: Io mi trovo bene sulla carta, anche se ormai la tecnologia ci consente di fare le stesse cose; mi limito a usare la tavoletta grafica per fare qualche aggiustamento nei disegni, poi però la sfrutto tantissimo per i colori.

Showcase Casty FacciniQual è la storia Disney che avete letto e avreste voluto ideare voi?

Faccini: Pippo e i parastinchi di Olympia di Romano Scarpa

Casty: Topolino e il fantasma del Monte Cannibale di Bill Wright

Negli ultimi anni, pensando ad autori come la Ziche o lo stesso Faccini, si trovano stili diversi facilmente riconoscibili, mentre questo una volta avveniva meno… Forse un tempo c’erano più paletti sulle dimensioni, sulle proporzioni, mentre ora c’è più libertà?

Casty: In realtà Scarpa ha avuto quattro stili diversi durante la sua carriera, basta confrontare le sue tavole degli anni ’50 con quello più recente. Topolino è nato nel 1928, all’epoca si andava ancora cavallo, quindi è normale che il fumetto sia in continua evoluzione, anche gli stili cambiano nel corso degli anni.
Ci sono periodi in cui si tende a cercare maggiormente qualcosa di nuovo e altri momenti invece in cui si producono soprattutto prodotti più classici… Alla fine degli anni’60 sembrava che il film d’avventura americano fosse finito, uscivano pellicole più sperimentali, poi con Star Wars e Indiana Jones il genere è tornato in prima linea, sono corsi e ricorsi storici.

Da quando c’è stata la fusione con Panini, sono stati pubblicati molti volumi da collezione e testate che raccolgono in edizioni di lusso storie e miniserie già pubblicate su Topolino. Questa tendenza influenza in qualche modo il vostro lavoro e il tipo di fumetti che vi viene chiesto di realizzare?

Faccini: Bè, si tratta senza dubbio di un approccio editoriale interessante, sarebbe bello vedere anche qualche progetto riguardante degli inediti, magari degli one-shot realizzati appositamente da un autore.

Casty: Esatto, di certo è un cambiamento positivo, ci sono più possibilità, puoi osare con una storia più sperimentale… Pensate a Ratkyll in bianco e nero: non è che realizzi una storia di quel tipo perché sai che uscirà in cartonato, la destinazione è sempre Topolino, ma ora sai che c’è una possibilità in più, prima o poi opere così curate possono essere valorizzate.

Quanto vi ispirate ai film? E come riuscite a farvi ispirare da film rivolti agli adulti per scrivere una storia Disney? 

Faccini: Per disneyizzare una storia devi amarla, Topolino e il mistero di Borgospettro ad esempio deve molto a Operazione Paura di Mauro Bava, ma è stato l’unico caso in cui mi sono ispirato chiaramente a qualcosa. Di solito ci sono per lo più suggestioni, una storia per accostamento di idee te ne suggerisce un’altra.

Casty: Anche se non sono un cinefilo sono un divoratore di film, non mi ricordo gli attori però mi ricordo sempre la storia. Anche con film brutti posso ricordarmi se alla base c’è un’idea bella che può essere sviluppata in altro modo su Topolino.
Ad esempio, ora sto scrivendo una storia su Topolino ispirata ai film realizzati con la tecnica della shaking-cam, come The Blair Witch Project o Cloverfield, sempre più frequente al cinema applicato a generi differenti. Mi sono detto: “Perché non provare a portare questo su Topolino?”
Non serve granché come trama, è sufficiente raccontare lo scontro di Topolino con qualcuno, ma seguito attraverso la telecamera di uno dei personaggi; in questo modo però non si possono usare le tipiche didascalie “Poco dopo…” e insorgono altri tipi di ostacoli, per cui è stata una bella sfida.

Abbiamo visto ospitare su Topolino autori di fumetti non Disneyani (come Roberto Recchioni o Sio), ci sono fumettisti non disneyani che apprezzate e pensate sarebbero adatti a scrivere una storia su Topolino?

Faccini: Io non è che legga molti fumetti, in passato ho divorato un sacco di storie di Scarpa, ma da quando ho iniziato a farli professionalmente, ho camminato con le mie gambe. Se rimani solo sui fumetti, fai un fumetto ispirato ai fumetti.

Casty: Già. Baricco, per quanto riguarda i romanzi, diceva che non bisognava soltanto leggere libri, ma per ispirarsi bisognava uscire di casa e andare a fare una partita a tennis.

Faccini: Per quanto riguarda gli autori di romanzi ci vedrei bene Carlo Lucarelli o Eraldo Baldini… oppure mi piacerebbe poter resuscitare Giorgio Scerbanenco.

Il vostro fumetto preferito?

Faccini: Corto Maltese, Moebius.

Casty: Il mio fumetto preferito è Nausicaa, gli 8 volumi di Miyazaki, mi ha fatto capire che c’è un modo di raccontare le storie per ragazzi differente da quello Disney, dove nei film non muore nessuno.

C’è qualche personaggio non Disney su cui vi piacerebbe lavorare?

Faccini: Mi piacerebbe creare qualcosa di mio… o al limite Corto Maltese.

Casty: Stessa cosa. C’è poco tempo; al limite se qualcuno volesse finanziare il progetto mi interesserebbe scrivere qualcosa di mio, avventure per ragazzi, alla Salgari, alla Verne.