Low 7 Copertina

Low 7 Copertina

Vita sulla Terra al calore di una supernova. Il Sole, il nostro Sole, è agli sgoccioli. Si espande sempre più, consuma le risorse acquatiche del globo, costringe gli umani in città sul fondo degli Oceani, in fuga dal calore insopportabile della superficie. Una società umana al collasso e in decadenza a cui una donna, Stel Caine, tenta di dare una speranza di sopravvivenza e di redenzione. Ecco l’idea di base di Low, la serie indipendente scritta da Rick Remender e disegnata da Greg Tocchini per Image Comics.

Lo scrittore ha parlato del fumetto, del suo corso e dei suoi temi principali all’inizio di questo secondo ciclo che sta per partire, in un’intervista rilasciata a Comic Book Resources di cui vi restituiamo i punti salienti.

 

C’è una teoria che mi è cara che sostiene che le cose non hanno mai veramente forma finché qualcuno non le osserva. Prendiamo un regalo in una scatola: la realtà cambia in continuazione attorno ad esso, come i numeri di una roulette, finché non apri la scatola e osservi il contenuto. Solo allora le molecole diventano l’oggetto in questione. Creiamo la realtà con l’atto di osservare.

Stel, la protagonista di Low, è una fedele della chiesa della Quantologia. Crede che se un sacco di gente si mette assieme e mantiene un atteggiamento ottimista nei confronti del futuro, esso si manifesterà. E lei è l’ultima fedele di questa particolare religione, quindi sente di essere la chiave per un futuro luminoso per l’umanità intera. L’ultima chance. Ha bisogno che l’intera popolazione rimasta nel mondo creda in lei.

Qualcosa di simile lo vediamo ogni giorno, grazie agli idioti che ci governano. Quante ottime idee ci sono in giro per il mondo, quanti visionari con le potenzialità di migliorarlo rimangono inascoltati quotidianamente dai nostri politici? Ecco chi è Stel: una che potrebbe davvero avere la risposta ai problemi del mondo e che rimane inascoltata. Deve trovare il modo di meritarsi l’attenzione di cui ha bisogno. E non è facile.

Low 9 Copertina

Low 9 Copertina

Remender dice che la scrittura di Low e di un personaggio così solidamente ottimista è una sorta di auto-terapia, un modo per dimostrare a se stesso e al mondo che le persone possono realizzare davvero di tutto, cambiare il corso della storia. Ma le difficoltà estreme di fronte a cui Stel si trova sono un richiamo al concetto fondamentale e importante che tutti dovrebbero tenere a mente: possiamo ottenere qualunque risultato, ma non sarà mai facile o scontato. Bisogna lottare per ottenerlo.

Il secondo arco narrativo si apre in una città in cui la speranza stessa è illegale, perché viene percepita come una crudeltà in un mondo che appare condannato. L’arte, l’ispirazione, la bellezza sembrano inutili, poiché risvegliano sentimenti che non hanno più alcun proposito a fronte della rassegnazine obbligatoria che l’umanità fronteggia.

In un contesto come questo c’è Stel, nuovamente alla ricerca della sua figlia ritrovata e poi di nuovo perduta, che ha subito il lavaggio del cervello e che vive per la vendetta, un concetto opposto alla speranza. Tajo [la figlia, n.d.r.] non vede la realtà con i propri occhi, ma con quelli altrui. Crede in ciò che le hanno detto di credere, ha ricordi che non sono i suoi, è costantemente manipolata. Il suo ritorno alla realtà passerà attraverso la violenza e pesanti traumi: non esistono strade facili per uscire dalla manipolazione mentale. Quella merda funziona.

Le citazioni di Remender e le fonti sono chiare e l’autore le confessa in modo candido: c’è un sacco di Aldous Huxley e della sua letteratura distopica alla base di Low. Ma parecchie idee, per questo secondo arco narrativo, per il concetto della bellezza e dell’arte messe fuori legge e per la formulazione della setta religiosa e i suoi condizionamenti mentali, vengono dalla tragedia di gennaio, dall’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, dagli eventi di Parigi che hanno portato alla morte dei fumettisti satirici francesi.

Soprattutto, però, grande ispirazione per la scrittura giunge dalla collaborazione con Greg Tocchini, che Remender non stenta a definire un grandissimo disegnatore.

Quasi troppo bravo. Spesso mi manda delle pagine che devo osservare per delle ore per capire davvero fino in fondo e apprezzare del tutto. Greg è il genere di artista che ti domandi come diavolo faccia a fare quel che fa. La sua tecnica di narrazione è meravigliosa, i personaggi sempre vivissimi, e gli ambienti che realizza sono davvero unici. Il suo lavoro è pura fantasia e io potrei perdermici come un bambino nella fabbrica di Willy Wonka. Mi ritengo fortunato che sia un fumettista, perché è talmente bravo che potrebbe lavorare in qualunque settore lui voglia. Fortunatamente ha scelto il nostro.

Low 10 Copertina

Low 10 Copertina

Secondo Remender, sono stati proprio i disegni di Tocchini a dare una forma precisa alle idee generiche che lo sceneggiatore aveva in mente all’epoca della nascita di Low. Osservando i primi studi dell’artista, i concetti si sono raffinati e concretizzati, diventando una storia e dei personaggi completi.

Creare con lui è uno scambio continuo: mi manda uno schizzo e io rispondo con un’idea, poi ci lavoriamo sopra, parliamo per qualche giorno di quel che abbiamo pensato. Una ricetta che funziona e mi diverte moltissimo. Abbiamo iniziato a lavorare su Low nel 2010 e fino al 2014 non è uscito niente. Il problema di quando ti diverti così tanto a lavorare con qualcuno e ti vengono così tante idee collaborando con lui è che non vorresti mai smettere, non vuoi mai mettere un punto.

Un lavoro che, comunque, se continuerà il successo che i lettori stanno regalando alla serie Image, dovrebbe continuare ancora per un bel po’, dato che il progetto di Remender sarebbe giungere a cinquanta numeri di Low.

I tempi sono buoni. Quando io e Greg pubblicavamo Fear Agent, avremmo voluto arrivare a cinquantacinque uscite, ma ci fermammo a trentatré. Era un’epoca in cui nessuno leggeva fumetti di fantascienza e oggi le cose sono cambiate moltissimo. Le vendite vanno molto bene, io e Greg siamo ottimisti e molto contenti.

Per mantenerci sulla corda e migliorare ancora la serie, stiamo coinvolgendo Dave McCaig come colorista, che considero uno dei migliori del settore. Anche perché sinora Greg ha fatto tutto da solo e si arriva a un certo punto in cui disegnare, inchiostrare e colorare dieci numeri all’anno, semplicemente ti uccide.

Incuriositi? Non vedete l’ora di leggere il secondo arco di questa serie? Per ora godetevi, nella gallery qui sotto, un sacco di tavole a colori provenienti dal settimo numero, attualmente nelle librerie statunitensi e qualche pagina in bianco e nero in anteprima, direttamente dall’ottavo.

 

 

Fonte: Comic Book Resources