Vi abbiamo già parlato del numero d’esordio di questo 2015 per Le Storie, intitolato Mercurio Loi; ci è parso subito un lavoro molto interessante e vi abbiamo anticipato ulteriori dettagli nel breve. Abbiamo contattato il suo autore e abbiamo potuto leggere in anteprima la storia, che uscirà in tutte le edicole domani 10 gennaio (qui potete leggere la recensione), annunciandovi un’imminente intervista con Alessandro Bilotta.

Lo scrittore romano si è dimostrato cordiale e benevolo, come suo solito, permettendoci di mantenere la promessa formulatavi e facendoci anche dono della sceneggiatura del fumetto e delle tavole vergini di Matteo Mosca, prima della preziosa ed essenziale operazione di lettering con l’inserimento dei balloon. La nostra riconosceva va anche a Sergio Bonelli Editore che ci ha permesso di mostrarvi due tavole inedite dell’albo.

 

Le Storie 28: Mercurio Loi

Le Storie 28: Mercurio Loi

Grazie ancora per la tua disponibilità, Alessandro, e benvenuto su BadComics.it. L’argomento di questa chiacchierata è naturalmente la tua nuova creatura, Mercurio Loi. È il protagonista della 28° uscita de Le Storie, un noir dai risvolti fantastici e un forte sfondo storico, ambientato nella Roma del primo ‘800. Poi raccontarci la gestazione di questo personaggio? Era qualcosa che avevi già in mente da tempo, magari una bozza in un cassetto o è nato ad hoc per la collana di Sergio Bonelli Editore?

Mercurio Loi è parte di idee in un cassetto e parte di altre concepite apposta per il contenitore delle Storie della Bonelli. C’è sempre una massa magmatica formata dalle tante cose che mi passano per la mente insieme a quelle che vengono fuori a seguito delle testate con cui collaboro, non è così netta la distinzione tra le cose.

Mercurio per farla breve, non è un figo. È un personaggio molto interessante ma non attraente fisicamente. C’è una ragione specifica dietro questa preferenza e hai magari tratto ispirazione da qualche personaggio reale o immaginario?

Le caratteristiche che mi attraggono nei personaggi, riunite insieme, evidentemente vanno a creare personaggi che non possono definirsi eroi d’azione. Ma spero che siano realistici e non prevedibili, queste sono due caratteristiche a cui do molta importanza.

Il protagionista ha un giovane aiutante, un sidekick per dirla all’americana, di nome Ottone ed è un personaggio molto ben costruito e convincente. È naturale per il genere di racconto giungere a parallelismi con un duetto famoso come quello composto da Sherlock Holmes e John H. Watson, ma durante la lettura emergono alcuni similitudini anche con Guglielmo da Baskerville e il suo fedele Adso o addirittura con Batman e Robin. Mi riferisco per il paragone con quest’ultima celeberrima coppia di supereroi al rapporto tra il protagonista e il cattivo della storia, Tarcisio. Ma non spoileriamo altro. Sei d’accordo con queste affermazioni?

Sì. I riferimenti di cinema, letteratura e fumetti sul protagonista e la spalla sono moltissimi, tanto da essere un topos, e con questa funzione l’ho utilizzato. Mi piace particolarmente il riferimento a Batman e Robin.

Ottone a nostro avviso è proprio la figura più complicata e attraente della saga, sembra quasi voler rubare con prepotenza, narrativamente parlando, la scena a Mercurio. È nato con lui nelle tue intenzioni o è venuto dopo?

Spesso mi piace partire da un topos, come dicevamo, e poi andare al fondo delle questioni e dei personaggi trovando nuove forme e dimensioni narrative. Questo è quello che ho cercato di fare anche qui e forse Ottone colpisce particolarmente perché è un tipo di personaggio che non ci si aspetta sia tridimensionale, mentre tutti possono esserlo e nelle mie intenzioni tutti devono esserlo.

Mercurio Loi: pag 32

Mercurio Loi: pag 32

La tua Roma appare quasi come un personaggio della vicenda che è densa di riferimenti e spunti storici, su più livelli temporali, i Lupercali, Beatrice Cenci, la Carboneria, solo per citarne i più evidenti. Non esiste al mondo una città così generosa sotto questo punto di vista. Avevi solo l’imbarazzo della scelta per l’ambientazione cronologica delle tue trame. Perché proprio la prima metà del XIX secolo? Cosa ti ha intrigato di più rispetto a un altro periodo storico?

Roma è un elemento fondamentale nelle storie che voglio raccontare e mi fa piacere se la percepisci come un personaggio della vicenda, perché per me lo è sempre. La Roma che mi interessa maggiormente è quella contemporanea, ma la caratteristica della collana delle Storie è collocare gli episodi in periodi storici ben caratterizzati, così ho pensato alla Roma Papalina della prima metà dell’Ottocento, un periodo che è stato poco raccontato e, se lo si è fatto, in modo didascalico e non moderno. Mi interessava descrivere quel mondo con uno stile attuale e sviluppando gli elementi che potrebbero essere più contemporanei.

Per come si conclude la storia e da quanto abbiamo appreso non molto tempo fa dalla tua pagina Facebook, Mercurio Loi avrà un seguito sempre su Le Storie. Sarà più di un episodio? C’è la possibilità che si trasformi in una serie o miniserie come è accaduto con La redenzione del samurai e I fiori del massacro di Roberto Recchioni e Andrea Accardi?

Su Facebook ho scritto che Mercurio Loi è un personaggio che ho concepito con caratteristiche seriali e, anche se la storia lancia degli spunti per sviluppi futuri, non c’è niente in preparazione al momento.

La storia si conclude in effetti con alcuni punti che solleticano la curiosità del lettore, come il destino di Ottone, quello di Tarcisio e l’enigmatica Galatea, il capo della società segreta a cui aderisce Mercurio. Se ci sarà un dopo, sarà comunque legato a questo primo episodio, magari scavando in altri angoli bui del passato dell’Urbe?

La mia idea è che tutti i personaggi, e la città stessa, nascondano qualcosa, non siano quello che sembrano, e questo penso venga sottolineato in ogni momento della storia. Credo che sia interessante rivelare questi segreti.

Veniamo al disegnatore del fumetto, Matteo Mosca. Vi conoscete fin da Valter Buio n. 8, è corretto? Come puoi definire il tuo rapporto con lui visto che siete alla terza collaborazione insieme per Le Storie, c’è stato un suo coinvolgimento nella caratterizzazione di questi personaggi e di quelli dei racconti precedenti?

Penso di poter dire che abbiamo una grande sintonia, credo che ci condizioniamo reciprocamente in modo positivo e che di conseguenza lui abbia disegnato alcune delle mie storie meglio riuscite, compreso il numero 8 di Valter Buio. Matteo Mosca, come ogni disegnatore, ha una parte determinante anche nella caratterizzazione dei personaggi e delle atmosfere. Dove ho le idee meno chiare io, interviene lui, e viceversa. Se posso esprimere un desiderio, mi piacerebbe che Matteo fosse un compagno di strada fintanto che continuerò a fare fumetti.

Alessandro Bilotta

Alessandro Bilotta

Nella sceneggiatura che abbiamo avuto il piacere e il privilegio di scorrere, si nota una tua grande cura nei dettagli e nei chiarimenti per aiutare Matteo a visualizzare e contestualizzare la situazione, ma allo stesso tempo emerge una certa libertà lasciata al disegnatore soprattutto nella decisione dei campi e dei piani, quando, è sottinteso, non siano specificatamente funzionali alla tua narrazione. È qualcosa che fai sempre o in questo caso dipende dal fatto che conosci molto bene l’artista che la realizzerà?

Dipende sempre dalla storia che sto scrivendo e dal disegnatore con cui sto collaborando. Per me era importante che Mercurio Loi fosse incentrato sui personaggi e le loro caratteristiche, sfruttando al massimo le capacità di racconto di Matteo Mosca, con cui ho una grande sintonia.

A proposito di precisione, per quanto riguarda l’incalzante sfondo storico dell’intero fumetto, avete fatto tu e Matteo ricerche particolari per le ambientazioni e i costumi?

Come sempre, anche quando non si deve necessariamente ambientare la storia in un periodo storico. In particolare quel periodo ci ha regalato moltissime illustrazioni di incisori ed è importante seguirle per capire quanto la città e la sua vita si concentrasse praticamente in quello che oggi è un solo quartiere.

Lasciamo Mercurio Loi con una riflessione. Perché noi italiani tendiamo spesso a rivolgerci all’estero per l’ambientazione delle nostre serie quando abbiamo un patrimonio di storia, folclore, mitologia, arte e letteratura unico al mondo? Siamo esterofili impenitenti?

È un discorso molto lungo e articolato. E per il mio interesse a raccontare il Paese in cui vivo, è un tema su cui ho ragionato moltissimo. Ogni frase con cui riassumere questo concetto sarebbe lapidaria e non esaustiva. C’entra sicuramente il fatto che, dopo il Fascismo, ambientare storie in America era considerata una grande libertà; c’entra il fatto che si pensa che avventura significhi luogo lontano da casa; c’entra il fatto che in questo Paese fumetto è sinonimo di avventura; c’entra il fatto che, dei quattro Paesi al mondo in cui c’è un’industria del fumetto, l’Italia è l’unico in cui è profondamente radicata la concezione che il fumetto sia qualcosa per bambini o, nel migliore dei casi, sia intrattenimento. Mettere insieme tutte queste cose è un lungo discorso, ma questi sono gli elementi su cui ragionare.

Mercurio Loi: pag 63

Mercurio Loi: pag 63

Non possiamo non approfittare dell’occasione che abbiamo di averti qui, per qualche indiscrezioni su altri progetti che hai in mente o sui quali magari sei già al lavoro, penso alle tue collaborazioni Bonelli su Dylan Dog e Dampyr, ma anche altrove. Puoi dirci qualcosa?

A settembre uscirà il primo numero dello speciale annuale in cui verranno pubblicate le storie del Dylan Dog del futuro, mentre sto scrivendo altre storie per la serie regolare.
Nel corso dell’anno uscirà un altro episodio delle Storie, disegnato da Pietro Vitrano e ambientato nell’America rurale della prima metà del Novecento. Sto creando due nuove serie, la prima verrà pubblicata nella collana Graphic Novel della Star Comics e la seconda è un progetto più ampio per il 2016. Proprio in questi giorni sto per cominciare il lavoro su una graphic novel tratta da un romanzo.

Infine ci piace chiudere con un tuo consiglio, un suggerimento per il nostro pubblico, oppure semplicemente una tua indicazione su qualche fumetto italiano o estero che ultimamente ti ha colpito in modo particolare.

Dei fumetti letti negli ultimi tempi mi sentirei di consigliarne due in particolare. Il primo è Sex Criminals di Matt Fraction e Chip Zdarsky. Quando Suzie ha un orgasmo ferma il tempo e incontra Jon che ha la stessa capacità, i due sfruttano questo potere per fare rapine in banca. Serie intelligente, sempre sorprendente, psichedelica, raccontata con idee che utilizzano al meglio il medium. Queste sono le caratteristiche che amo in un fumetto e sono le stesse che trovo nell’ultima graphic novel di Sergio Gerasi: “In inverno le mie mani sapevano di mandarino”. Dopo i primi lavori da autore completo, Gerasi padroneggia il racconto e riesce a dare forma con delle metafore suggestive alla propria visione sensibile e malinconica della realtà.