Forse Stan Lee è stata la principale influenza letteraria della mia vita, anche più di William Shakespeare e J. R. R. Tolkien.

Questa frase sarebbe da considerare quantomeno temeraria, e probabilmente è in parte tale, se non fosse stato uno degli scrittori contemporanei di maggior successo degli ultimi quindici anni e una delle personalità del pop narrativo del mondo. George R. R. Martin, il romanziere della saga fantasy (più o meno) più famosa del mondo, l’autore di quelle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco da cui è tratta la serie HBO Game of Thrones, è l’uomo che ha pronunciato la sentenza in questione. Lo ha fatto parlando da un palco scozzese, durante l’Edinburgh International Festival, grande manifestazione dedicata alle arti in generale, dal teatro alla musica, dalla danza alla letteratura.

 

fantasticfourmartin-600x909

Martin ha voluto parlare della sua passione per i comics, iniziata con la Marvel e con le storie di Stan Lee dei Fantastici Quattro. Un amore tale da renderlo un vero fanboy (tredicenne, ai tempi) e da spingerlo a scrivere diverse lettere alla redazione della Casa delle Idee. Una per FQ #17, che definisce “greater than great”, entusiasta dell’azione e del drama condensato in quelle pagine. Un’altra ancora in cui si fa critico, sulle pagine della posta degli Avengers, della potenza espressiva e narrativa dei villain sella Marvel: troppo deboli Diablo e L’Uomo Talpa, mentre L’Uomo Sabbia e Doc Ock sì che rimangono impressi. Le lettere le trovate in immagine qui nell’articolo.

george-martin-avengers

Infine, l’autore de Il Trono di Spade ha raccontato del suo amore per la storia introduttiva di Wonder Man, non esattamente il più famoso né il più memorabile componente dei Vendicatori. Tuttavia una figura tragica a suo modo, nato come serpe in seno degli eroi più potenti della terra, spia tra le loro fila e infiltrato che avrebbe dovuto distruggerli al momento buono. Sappiamo tutti che Wonder Man si convertirà, impressionato dallo spirito di corpo e dal senso di giustizia degli Avengers, sacrificandosi per salvarli, rivelandosi un eroe vero e per nulla fasullo. Da un autore così abituato a rovesciare le carte dei propri personaggi e farli evolvere in maniera inaspettata, non sorprende affatto una tale fascinazione.

 

Fonte: Bleeding Cool