DARK EMPIRE II

Miniserie di 6 numeri mensili

Data di pubblicazione: 1994-1995

Autore: Tom Veitch

Disegnatore: Cam Kennedy

Copertine: Dave Dorman

 

Due anni intercorrono tra la pubblicazione di Dark Empire (1992) e quella di Dark Empire II (1994), ma il panorama editoriale in cui si muovono le due serie non potrebbe essere più diverso. Nell’arco di tempo trascorso, il fenomeno editoriale dell’Expanded Universe di Star Wars, pressoché inesistente all’epoca della prima serie, è in piena crescita ai tempi di Dark Empire II, e non solo fumettisticamente: anche sul fronte dei romanzi, la trilogia dell’Erede dell’Impero ha aperto le porte a una lunga serie di pubblicazioni. de II_5

Purtroppo si procede in ordine sparso e ogni autore ha la sua idea su cosa dovrebbe succedere o che direzione dovrebbero prendere gli eventi della saga di Star Wars, specialmente nell’arco temporale successivo al Ritorno dello Jedi. Spaziando dall’entusiasmante al pittoresco (un giorno potremmo concederci un excursus sul figlio segreto con tre occhi dell’Imperatore, o sul babbo barbuto di Jabba), questa costellazione di pubblicazioni finisce per porre dei limiti creativi non troppo dissimili a quelli che vigevano all’epoca delle prime pellicole cinematografiche, con la differenza che ora bisogna fare attenzione a non pestare i piedi non solo agli eventi dei film, ma anche a quello che sta facendo una dozzina di autori non troppo ben coordinati tra loro.

Dark Empire II è figlio di questa situazione di compromessi, e in essenza è un ripetuto alternarsi di intuizioni che sulla carta potevano essere (e a volte riescono ancora ad essere) vincenti ma che più spesso finiscono per essere chiuse sbrigativamente, contraddette o stroncate sul nascere per cause di forza maggiore. Ne soffre il prodotto finale e ne soffre soprattutto l’autore, Tom Veitch, che finché aveva la mano libera nel continuare a disegnare il suo affresco galattico interconnesso dimostrava di avere le idee ben chiare su cosa stava facendo, ma che perso in un labirinto di esigenze, contrasti e imposizioni dall’alto fatica a portare avanti la saga come vorrebbe.

Già le prime pagine ci presentano Luke Skywalker accompagnato da un nuovo Jedi, Kam Solusar, fonte di punti interrogativi anche nel lettore più attento: la figura di Solusar, in sé un personaggio intrigante (un Jedi Oscuro riscattato da Luke dopo una complicata partita a scacchi mentale combattuta tramite un artefatto di nome Lightsider) doveva essere narrata in una graphic novel apposita destinata a fare da ponte tra Dark Empire I e Dark Empire II, ma che problemi e contrasti editoriali assortiti non porteranno mai alla luce. Una questione di per sé poco rilevante nel quadro generale della storia, ma sintomatico del problema che gli autori si trovano ad affrontare.

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Recuperando gli altri fili interrotti alla fine di Dark Empire I, la nuova serie tratta i seguenti temi narrativi:

– I primi passi di Luke nella ricostruzione dell’Ordine Jedi, che lo porteranno a riscoprire il pianeta Ossus, una roccaforte Jedi dei tempi di Tales of the Jedi, e vari fruitori della Forza “alternativi” sopravvissuti alle epurazioni dell’Impero.

– Il tentativo della Ribellione (o Nuova Repubblica che dir si voglia) di assaltare il pianeta centrale dell’Impero, Byss, per stroncare le forze dell’Imperatore risorto, che può contare sulla fedeltà indiscussa del nuovo discepolo Sedriss e su una nuova superarma, la Galaxy Gun, il passo evolutivo successivo della Morte Nera.

– La faida continuata tra Han Solo e Boba Fett, che condurrà il corelliano fuggiasco a rifugiarsi in un sistema dimenticato dal resto della galassia e caratterizzato da tecnologie e atmosfere steampunk.

Tutte queste trame alternano momenti entusiasmanti a scelte e conclusioni sofferte. Vincente e affascinante è la riscoperta di Ossus da parte di Luke Skywalker e l’aggancio agli eventi e alle trame di Tales of the Jedi (gli incroci tra passato mitologico e presente, quando ben costruiti, sono uno degli aspetti più affascinanti dell’Expanded Universe di Star Wars). Sarebbe anche intrigante l’introduzione di un discepolo genuinamente fedele alla figura dell’Imperatore nella figura di Sedriss, in alternativa al consueto covo di vipere tipico del lato oscuro. Purtroppo entrambe le trame vengono chiuse sbrigativamente già a metà serie per passare ad altro.

Altri filoni subiscono la stessa sorte: un potenziale interesse romantico per Luke, la Jedi “selvaggia” Jem viene tolta sbrigativamente di mezzo perché nel futuro del non più giovane Skywalker deve esserci una certa uber-rossa schiumante rabbia (e a modesto parere di chi scrive la figura di Jem, pur nella sua ingenua semplicità, rappresentava una scelta assai più dignitosa della Mary Sue per eccellenza imposta dalle pagine di Zahn).

L’assalto della Ribellione al pianeta Byss strappa a tratti un sorriso in quanto si tratta di una rivisitazione in chiave fantascientifica del mito del cavallo di Troia, con i Ribelli nascosti nel ventre dei giganteschi droidi da battaglia che vengono introdotti oltre gli scudi della roccaforte Imperiale, ma si conclude con un nulla di fatto. Dark_Empire_II_-03

Inizia a scricchiolare anche la partecipazione di Boba Fett, di cui lettori ed editor iniziano a mettere in discussione il ripetuto uso del personaggio come afflitto da sfortuna cronica nelle sue scaramucce con Han Solo. Se il suo rientro in scena aveva strappato un consenso pressoché universale, volerlo riproporre costantemente come “sfigato” che mai e poi mai potrà nulla contro Han Solo inizia ad essere mal digerito da chi vorrebbe un Fett se non vincente, quanto meno pericoloso e da non sottovalutare, tema che creerà qualche dissapore perfino tra l’autore Veitch e il disegnatore Cam Kennedy.

Finale crepuscolare ma dignitoso, che opta per non ripetere da capo la trama del primo capitolo con l’ulteriore distruzione di una superarma e l’ennesima uccisione dell’Imperatore, ma che si concentra su una battaglia su piccola scala in cui i giovani Jedi recuperati da Luke uniscono le forze per difendere il maestro, in pericolo di vita, e con la nascita del figlio di Han e Leia, Anakin Solo, originariamente concepito come luce di speranza per le future generazioni della galassia, ma che dopo l’inserimento degli eventi dei romanzi di Zahn si ritrova ad essere un terzogenito anziché un primogenito e quindi perde buona parte della sua unicità e del suo simbolismo.

Lascia un po’ di amaro in bocca, Dark Empire II, non tanto per quello che è (alternato a vari momenti infelici offre ancora diversi momenti interessanti e divertenti), quanto per quello che avrebbe potuto essere. Ma i meccanismi impietosi del merchandising non guardano in faccia a nessuno, e con varie dozzine di romanzi, fumetti e libri per ragazzi in produzione, le opportunità di scrivere qualcosa di veramente incisivo e definitivo nell’universo post-Jedi si sono drasticamente ridotte. È nell’aria anche l’imminente abbandono di Veitch proprio per i motivi succitati. Resta ancora l’”isola felice” di Tales of the Jedi dove non ci sono invasioni di campo particolarmente nocive, ma nonostante i molti fili in sospeso rimasti alla conclusione di Dark Empire II, le possibilità di realizzazione dell’ultimo capitolo della trilogia sono ormai assai esigue.

 

Equilibrio della Forza

Lato Chiaro

– L’intenzione di percorrere trame e situazioni nuove anziché riproporre le formule già collaudate produce situazioni e momenti interessanti, specialmente nelle scene d’azione.

– La riscoperta di Ossus e il riaffiorare dei Jedi superstiti è narrato nello spirito giusto e trasmette il sapore del fascino della ricostruzione dell’ordine, consentendo al lettore di vivere in prima persona passo dopo passo ogni progresso fatto.

Lato Oscuro

– Molte trame sono avviate e richiuse frettolosamente, oppure non funzionano come dovrebbero. Idem dicasi per le situazioni e i nuovi personaggi introdotti, potenzialmente vincenti sulla carta, ma sviluppati in modo sofferto o incompleto.

Giudizio Finale

Dark Empire II è un esperimento riuscito a metà, più a causa di costrizioni esterne che non di limiti della squadra creativa. Riesce ancora ad alternare momenti e trame interessanti ad altri assai poco riusciti, ma il calo di qualità rispetto al primo capitolo della serie è percepibile.

Chrono Star Wars #3: Classic Star Wars

Chrono Star Wars #2: Tales of the Jedi

Chrono Star Wars #1: Dark Empire

Si ringrazia il gruppo Facebook Star Wars Club Perugia per la collaborazione