La Figlia del Joker nelle mani di una delle più giovani scrittrici del comicdom americano, Marguerite Bennett, ex allieva di quello Scott Snyder che sta dominando la scena della sceneggiatura in casa DC. Bennett, coadiuvata dalle matite della nostra disegnatrice Emanuela Lupacchino, è al lavoro su una delle più antiche protagoniste dell’universo della Distinta Concorrenza: Lois Lane. E contemporaneamente su una delle più giovani.

Jokers’ Daughter, il nuovo villain del cosmo batmaniano, nasce dall’iniziativa New 52 della DC. Una delle nuove figure più interessanti, perché la curiosità di vedere la prole (concettuale) femminile del più folle criminale dei fumetti è tanta. Inoltre, cosa significa, per un’autrice giovane come la Bennett, scrivere i testi per un’icona ormai senza tempo come Lois Lane e una scheggia impazzita e tutta da creare come la giovane erede del Joker?

La stessa Bennett racconta il fascino contraddittorio di scrivere allo stesso tempo un personaggio come Lois, solida ancora di umanità per l’anima di Superman, che rischia di perdersi in un mondo superiore e alieno, e la giovane Joker che di ancore non ne ha, né riferimenti o direzioni precise, ma è pura creatività perversa.

Più nel particolare, la Bennett ci racconta di come Lois Lane sarà protagonista di un’avventura connessa agli eventi attualmente in corso su Superman, ma il volume a lei dedicato sia soprattutto un affresco sul personaggio, accessibile anche al lettore occasionale. Una storia che andrà a toccare profondamente la personalità e il passato della giornalista più famosa del fumetto internazionale. Una storia che la Bennett si augura sia la prima di altri archi narrativi indipendenti, che possano far evolvere un personaggio così istituzionalizzato, ma con ancora tante cose da raccontare.

Joker’s Daughter, personaggio creato da Ann Nocenti, non è veramente folle. O almeno così ci dice la giovane autrice. Si tratta di un’incarnazione del male in sé e per sé, lucida. Il suo comportamento non è frutto di una malattia mentale, ma di una malvagità concreta. JD è debole, fragile, e ha trovato una soddisfazione ai propri bisogni di bambina mai cresciuta nel compiere atti di puro male, un modo per sentirsi finalmente importante. Ha scelto consapevolmente di causare dolore, non subisce comportamenti che non riesce a controllare. Una visione interessante di questa versione femminile di uno dei più affascinanti villain di sempre.

Fonte: Comic Book Resources