Durante la conferenza Dark Horse della New York Comic Con, giornalisti e appassionati avranno notato una discreta presenza di fumetti horror annunciati per i mesi a venire. Come Grindhouse, che avrà ai testi Alex De Campi, che lo definisce “il fumetto che tua madre ti ha ordinato di non leggere”; serie come The Occultist, di Tim Seeley (che forse alcuni ricorderanno per il bizzarro e splatter Hack/Slash) e Mike Norton (Runaways, anyone?), che il suo stesso autore descrive come “Dottor Strange che incontra Peter Parker”. Curioso, diremmo. Ma interessante.

Interessante, soprattutto, Veil. Non tanto, o non solo perché racconta la vicenda straniante di una giovane donna che si risveglia di soprassalto in una stazione abbandonata della metro, senza alcuna memoria di come ci sia arrivata, quanto perché sarà scritta da un signor autore: quel Greg Rucka che tanti hanno amato su Gotham Central, su Batman – Il cavaliere di Gotham, su Elektra. Uno che con il noir, l’hard boiled, le atmosfere cupe e inquietanti, ci sa decisamente fare. E che, con i disegni del talento visionario Toni Fejzula, ultimo dell’invasion balcanica dei comic USA, avrà modo di fare scintille su questo Veil. Rucka promette un horror fatto di mistero e di tensione, non di violenza e di disgusto.

Promesse che non potrà invece mantenere Johnathan Maberry, autore di Bad Blood. Il graphic novel uscirà a gennaio, con le matite di Tyler Crook. Il plot? Semplice: un ragazzino malato di leucemia è l’unica speranza della sua città, invasa da una banda di vampiri. Come mai? Perché è sotto chemioterapia, quindi il suo sangue per loro è tossico. Un supereroe al contrario, un’avventura disturbante e nauseante. Un titolo rischiosamente politically uncorrect, per uno sceneggiatore da anni impegnato sulle testate Marvel. Un bel salto, da Marvel Universe vs. Avengers a questo scomodo Bad Blood.

Fonte: Comic Book Resources